27 Ottobre - Anniversario dello "Spirito di Assisi"
Il pontificato di Giovanni Paolo II ha segnato le rotte, appianato le strade. Nonostante tutte le difficoltà, si
sono prodotti segni di speranza per la Chiesa universale e per tutta l’umanità. Come non ricordare, infatti,
l’ecumenismo e l’avvicinamento che egli ha cercato incessantemente di raggiungere tra cristiani e non
cristiani, con uno spirito veramente fraterno e di solidarietà. Ha ancora grande risonanza L’INCONTRO
ECUMENICO svoltosi ad Assisi il 27 ottobre 1986, in occasione della GIORNATA DI PREGHIERA PER LA PACE,
dove si riunirono tutte le confessioni, per condividere la fratellanza in Dio di tutta la grande famiglia umana.
Esso fu un vero atto di fede. In risposta all’invito delle Nazioni Unite in merito alla dichiarazione del 1986 come
Anno di Pace, il Santo Padre espresse la convinzione che nessun cristiano, né essere umano che crede in Dio
può rimanere indifferente di fronte al problema della pace che ci tocca così da vicino. Il Papa, convinto
dell’efficacia della preghiera nel cammino della pace, invitò non solo tutti i cristiani, ma anche i leader religiosi
delle altre religioni.
Benedetto XVI nel messaggio, inviato all’incontro interreligioso per la pace di Assisi del settembre 2006, ha
scritto: “L’iniziativa promossa vent’anni or sono da Giovanni Paolo II assume il carattere di una puntuale
profezia”. Sosteniamo e diffondiamo, allora, quell’invito di Giovanni Paolo II, al termine della storica Giornata di
Preghiera del 27 ottobre 1986: “Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo spirito di
Assisi”.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano :
(San Francesco ed il Sultano)
Ritornato a Santa Maria della Porziuncola, non molto tempo dopo gli si presentarono alcuni uomini letterati e alcuni nobili, ben felici di unirsi a lui.
Da uomo nobile d’animo e prudente, egli li accolse con onore e dignità, dando paternamente a ciascuno ciò che doveva.
E davvero, poiché era dotato di squisito e raro discernimento, teneva conto della condizione di ciascuno.
Ma non riesce ancora a darsi pace finchè non attui, con tentativi ancor più audaci il suo bruciante sogno.
E nel tredicesimo anno della sua conversione, partì per la Siria, e mentre infuriavano aspre battaglie tra cristiani e pagani, prese con se un compagno, non esitò a presentarsi al cospetto del Sultano.
Chi potrebbe descrivere la sicurezza e il coraggio con cui gli stava davanti e gli parlava, e la decisione e l’eloquenza con cui rispondeva a quelli che ingiuriavano la legge cristiana?
Prima di giungere al Sultano, i suoi sicari l’afferrarono, l’insultarono, lo sferzarono, ed egli non temette nulla : né minacce, né torture, né morte; e sebbene investito dall’odio brutale di molti, eccolo accolto dal Sultano con grande onore!
Questi lo circondava di favori regalmente e, offrendogli molti doni, tentava di convertirlo alle ricchezze del mondo; ma, vedendolo disprezzare tutto risolutamente come spazzatura, ne rimase profondamente stupito, e lo guardava come un uomo diverso da tutti gli altri.
Era molto commosso dalle sue parole e lo ascoltava molto volentieri.
Ma in tutte queste cose il Signore non concedeva il compimento del desiderio del Santo, riservandogli il privilegio di una grazia singolare.
sono prodotti segni di speranza per la Chiesa universale e per tutta l’umanità. Come non ricordare, infatti,
l’ecumenismo e l’avvicinamento che egli ha cercato incessantemente di raggiungere tra cristiani e non
cristiani, con uno spirito veramente fraterno e di solidarietà. Ha ancora grande risonanza L’INCONTRO
ECUMENICO svoltosi ad Assisi il 27 ottobre 1986, in occasione della GIORNATA DI PREGHIERA PER LA PACE,
dove si riunirono tutte le confessioni, per condividere la fratellanza in Dio di tutta la grande famiglia umana.
Esso fu un vero atto di fede. In risposta all’invito delle Nazioni Unite in merito alla dichiarazione del 1986 come
Anno di Pace, il Santo Padre espresse la convinzione che nessun cristiano, né essere umano che crede in Dio
può rimanere indifferente di fronte al problema della pace che ci tocca così da vicino. Il Papa, convinto
dell’efficacia della preghiera nel cammino della pace, invitò non solo tutti i cristiani, ma anche i leader religiosi
delle altre religioni.
Benedetto XVI nel messaggio, inviato all’incontro interreligioso per la pace di Assisi del settembre 2006, ha
scritto: “L’iniziativa promossa vent’anni or sono da Giovanni Paolo II assume il carattere di una puntuale
profezia”. Sosteniamo e diffondiamo, allora, quell’invito di Giovanni Paolo II, al termine della storica Giornata di
Preghiera del 27 ottobre 1986: “Continuiamo a diffondere il messaggio della Pace e a vivere lo spirito di
Assisi”.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano :
(San Francesco ed il Sultano)
Ritornato a Santa Maria della Porziuncola, non molto tempo dopo gli si presentarono alcuni uomini letterati e alcuni nobili, ben felici di unirsi a lui.
Da uomo nobile d’animo e prudente, egli li accolse con onore e dignità, dando paternamente a ciascuno ciò che doveva.
E davvero, poiché era dotato di squisito e raro discernimento, teneva conto della condizione di ciascuno.
Ma non riesce ancora a darsi pace finchè non attui, con tentativi ancor più audaci il suo bruciante sogno.
E nel tredicesimo anno della sua conversione, partì per la Siria, e mentre infuriavano aspre battaglie tra cristiani e pagani, prese con se un compagno, non esitò a presentarsi al cospetto del Sultano.
Chi potrebbe descrivere la sicurezza e il coraggio con cui gli stava davanti e gli parlava, e la decisione e l’eloquenza con cui rispondeva a quelli che ingiuriavano la legge cristiana?
Prima di giungere al Sultano, i suoi sicari l’afferrarono, l’insultarono, lo sferzarono, ed egli non temette nulla : né minacce, né torture, né morte; e sebbene investito dall’odio brutale di molti, eccolo accolto dal Sultano con grande onore!
Questi lo circondava di favori regalmente e, offrendogli molti doni, tentava di convertirlo alle ricchezze del mondo; ma, vedendolo disprezzare tutto risolutamente come spazzatura, ne rimase profondamente stupito, e lo guardava come un uomo diverso da tutti gli altri.
Era molto commosso dalle sue parole e lo ascoltava molto volentieri.
Ma in tutte queste cose il Signore non concedeva il compimento del desiderio del Santo, riservandogli il privilegio di una grazia singolare.